Pristina | |
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Abitanti | 145149 |
Pristina (in albanese: Prishtina o Prishtinë; in serbo: Приштина?, traslitterato Priština) è la capitale e la città più grande del Kosovo, con 211.129 abitanti. La popolazione dell'area metropolitana, agglomerato urbano e suburbano metropolitano, è calcolata in 465.186 persone.
La città si trova su una pianura nella parte nord-orientale del Kosovo, nelle vicinanze della catena montuosa di Gollaku.
L'area di Pristina, con già una presenza umana durante il Paleolitico, in epoca classica fu la patria dagli Illiri. Re Bardhyli riunì varie tribù proto-albanesi nell'area di Pristina nel IV secolo a.C., stabilendo il regno di Dardania. L'eredità dell'età classica è ancora evidente nel comune, rappresentata dall'antica Ulpiana, considerata uno dei più importanti insediamenti illirico-romani della penisola balcanica. Tra il V e il IX secolo il territorio divenne parte dell'Impero bizantino. Dalla metà del IX secolo e nuovamente dalla fine dell'XI al XIII secolo il territorio fu occupato dagli slavi del Regno di Bulgaria. In seguito, nel XIV secolo cadde nuovamente sotto dominio politico slavo del Regno di Serbia.
Nel tardo Medioevo, in seguito alla conquista ottomana dei Balcani, Pristina divenne un importante centro minerario e commerciale, grazie alla sua posizione strategica, vicino alla ricca città mineraria di Artana.
Rosario | |
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Abitanti | 0 |
Il rosario (dal latino rosārium, "rosaio") - che a partire dal XIII secolo acquisì il significato religioso indicante le preghiere che formano come una "corona", nell'accezione latina di corōna (ovvero ghirlanda di rose, alla Madonna) - è una preghiera devozionale e contemplativa a carattere litanico tipica del rito latino della Chiesa cattolica.
La parola "rosario" deriva da un'usanza medioevale che consisteva nel mettere una corona di rose sulle statue della Vergine; queste rose erano simbolo delle preghiere "belle" e "profumate" rivolte a Maria. Così nacque l'idea di utilizzare una collana di grani (la corona) per guidare la meditazione. Nel XIII secolo, i monaci dell'Ordine cistercense elaborarono, a partire da questa collana, una nuova preghiera che chiamarono rosario, dato che la comparavano a una corona di rose mistiche offerte alla Vergine.
Alla recita del rosario è connessa la possibilità di ottenere un'indulgenza, plenaria o parziale, alle condizioni previste dalla Chiesa cattolica. La preghiera è destinata a ogni persona per ottenere grazie e consolazioni per sé o per altri, per la diffusione delle buone azioni nel mondo, per la soluzione dei conflitti internazionali, per la conversione e la crescita spirituale. La preghiera, sia comunitaria che da soli, nella stanza di casa o in Chiesa, in qualsiasi momento della giornata, è un momento di pace e serenità che distoglie dalle preoccupazioni del vivere giornaliero, è un momento di comunicazione con la Divina Misericordia tramite le preghiere più belle.